Gentili lettori,
conosciamo tutti quella routine che, come un ingranaggio che gira, si ripete giorno dopo giorno lasciandoci spesso quella sensazione di impotenza, come se fossimo topolini intrappolati in un grandissimo dejavu.
Sveglia. Traffico. Lavoro. Stress. Scadenze. Bollette. Spesa. Sveglia. Traffico. Lavoro. Mail. Scadenze. Aspettative. Produttività. Sveglia…
Siamo così impegnati a rispettare la scaletta dei doveri chiusi dentro a delle scatole grigie da aver quasi dimenticato che cosa significa respirare a pieni polmoni all’aria aperta, mangiare con calma e godersi il silenzio, senza guardare necessariamente lo schermo del cellulare.
Che poi, a ben guardare, non serve mica essere ricchi per aprire la porta della stanza dei doveri e trovare finalmente un po’ di pace; a volte basta semplicemente… uscire e fare quattro chiacchiere con le piante!
E’ scientificamente provato che la natura ci calma, ma, per dimostrarlo, tentiamo un esperimento.
Provate a chiudere gli occhi qui ed ora e a immaginarvi seduti su una panchina in un giardino tranquillo. Sentite il cinguettio degli uccelli in sottofondo, il frusciare degli alberi mossi dal venticello fresco. Il verde delle foglie vi culla mentre il profumo dei fiori vi riporta a qualche ricordo che avevate quasi dimenticato.
Potete, in realtà, replicare con tutti gli scenari che preferite e che sentite più vostri: eccovi a contemplare il profilo di qualche montagna dalla porta di un rifugio di alta quota oppure in riva al mare a perdervi tra lo sciabordio delle onde.
Non vi sentite un pochino meglio?
Ebbene, se ancora siete, giustamente, scettici, possiamo sempre valutare qualche dato scientifico.
In uno studio americano degli anni 90, è stato chiesto a tre diversi gruppi di partecipanti di concentrarsi per 40 minuti su un compito stancante e, dopo, di andare o a fare una passeggiata nella natura, o di fare lo stesso ma in città, o di ascoltare della musica e leggere.
Il primo gruppo è stato quello che ha risposto meglio allo stress.
Facendo, poi, un salto al 2010 troviamo alcune ricerche tedesche e olandesi secondo le quali vivere circondati da soli edifici nuoce al benessere fisico e mentale. Più precisamente, uno studio su più di 340.000 abitanti dell’Olanda ha rivelato che chi non poteva accedere a un’area verde aveva una probabilità del 44% più alta di soffrire di ansia.
Già tra gli anni 80 e 90 due psicologi americani Stephen e Rachel Kaplan avevano sviluppato la teoria del ripristino dell’attenzione (ART). Secondo l’ART un ambiente naturale che permette: un senso di immersione totale, un cambio di scenari e un senso di comfort sarebbe in grado di rigenerare la mente sovraccarica permettendoci di staccare dai ritmi della vita moderna.
Ecco, poi, bisogna considerare che il mondo verde ha un incredibile asso nella manica che nessuno di noi immaginerebbe mai ovvero… la matematica!
Esatto! Proprio la matematica, quella stessa che per qualcuno di voi, me compresa, è stata, in passato, un tasto un pochino dolente.
La natura si compone, infatti, di schemi ripetitivi detti frattali. Alcuni di questi riflettono una precisa proporzione matematica come la sequenza di Fibonacci, in cui ogni numero è uguale alla somma dei due numeri precedenti. La disposizione a spirale dei girasoli, delle pigne o di alcune conchiglie appartiene a questa precisa categoria, ad esempio.
Il nostro cervello, quindi, costantemente bombardato da mille stimoli diversi, elaborando i vari frattali si rilassa. Et voilà, allontana lo stress!
Certo, la situazione è immensamente più complessa di così perchè oltre alla componente visiva entrano in gioco anche tutti gli altri sensi. Ci sono profumi che tendono a calmarci più di altri, come quello della Lavanda, allo stesso modo lo scrosciare di un ruscello sembra avere un effetto migliore rispetto a quello prodotto da una fontana.
In fondo, siamo macchine complesse soggette contemporaneamente a moltissimi stimoli diversi, ognuno in grado di generare una reazione.
Il segreto, quindi, sta anche nel saper filtrare quelli che ci permettono di stare meglio con noi stessi e col mondo, anche quando diventa troppo pensate.
E, un piccolo pensiero, va, infine, su scala di merito, anche alla matematica che, per quanto denigrata, in realtà ha un animo gentile, forse preciso, ma pieno di buone intenzioni.
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