Boquila trifoliolata_ il mistero del mondo verde

Pubblicato il 15 novembre 2025 alle ore 15:56

 

Cari gentili lettori, 

oggi voglio farvi ricordare la sensazione di essere affascinati da qualcuno di cui non si conosce assolutamente nulla. Come il miglior personaggio di un film d’azione: la sua vita sembra essere avvolta da una nube di mistero. Il passato? Nessuno lo conosce. Il presente? Nessuno sembra vederlo; trascorre le sue giornate totalmente inosservato fingendosi ciò che non è, passa da un travestimento a un altro come il più grande illusionista. 

L’unica cosa certa che si sa è che costui vuole che le cose restino esattamente così, celate al resto del mondo. 

No, non è solo l’inizio di un libro avvincente, è anche la storia del protagonista o meglio, della protagonista, di oggi! Lo ammetto, non è stato facile avere la sua benedizione per un articolo tanto invadente, ma il talento di questa incredibile pianta non può passare inosservato. 

E allora sveliamone l’identità, via la maschera, stiamo parlando di lei: la Boquila trifoliolata. 

La storia di questa rampicante ha inizio nelle foreste cilene quando nel XIX secolo viene scoperta e catalogata per la prima volta dal botanico francese Claude Gay che non rileva niente che esuli dall’ordinario. Non ha fiori particolarmente appariscenti, né sembra avere proprietà che le permettano un utilizzo dalle popolazioni locali: si tratta di una noiosissima e normalissima liana dalle foglie trilobate.

Il suo cartellino identificativo è molto sintetico, quasi sbrigativo: 

Nome scientifico: Boquila trifoliolata

Famiglia: Lardizabalaceae

Origine: Cile e Argentina

 

 

Ecco tutto.

A questo punto la comunità scientifica le regala l’anonimato, l’unico premio concesso a chi non ha molto per cui essere studiato, e se la dimentica. 

Silenzio. 

La Boquila trifoliolata scompare dai riflettori fino al 2014 quando due ricercatori cileni, Ernesto Gianoli e Fernando Carrasco-Urra, scoprono finalmente quel suo segreto rimasto celato per quasi 200 anni. 

Al loro occhio attento non sfugge che le foglie, normalmente trilobate, cambiano la loro morfologia a seconda di quelle della pianta ospite. La forma, le nervature, la lobatura vengono, quindi, modificate ad arte in modo tale da assomigliare il più possibile a quelle delle vicine. E se questo è di per sé già sorprendente, vi stupirà maggiormente sapere che uno stesso esemplare di Boquila trifoliolata può emulare contemporaneamente più modelli diversi arrivando a un massimo di 8. 

Ma com’è possibile tutto questo?

Ebbene, questa pianta così riservata è molto restia a spiegare i trucchi dei suoi numeri di illusionismo e la scienza non ha ancora trovato il modo di sbrogliare le fila di questo mistero. Tutti concordano sul fatto che si tratta di un’intelligente strategia per proteggersi dall’attacco degli erbivori, ma esistono, poi, scuole di pensiero diverse per spiegare come questo accada. 

Alcune teorie sostengono che possa avvenire chimicamente grazie alla ricezione di sostanze volatili rilasciate dalla pianta ospite; una specie di messaggio criptato che la Boquila è in grado di decodificare per risponderne attivamente. 

Tuttavia, in uno studio del 2022 la regina del mimetismo ha di nuovo sorpreso l’intera comunità botanica perché, essendo stata posta vicino a foglie artificiali in plastica, ha tentato di imitarle pur non avendone alcun contatto fisico nè la possibilità di interscambi chimici. 

Questo esperimento, forse, conferisce più credito a chi propone una specie di “visione vegetale” tramite ocelli fotosensibili. In pratica, è come se la pianta percepisse in che modo la luce venga riflessa dalle foglie che la circondano deducendone, in questo modo, la forma. 

Ad ogni modo, ad oggi, dopo oltre 10 anni dalla scoperta di questa incredibile proprietà, la Boquila si tiene ancora ben stretti i suoi segreti per svelarli, chissà, forse un giorno a qualche ricercatore degno di fiducia. Dopotutto, lo sappiamo, c’è bisogno di una persona speciale per le confidenze.

La sua storia così fuori dall'ordinario, però, mi fa pensare forte, cari lettori, ai misteri del mondo. Al fatto che, per quanti progressi, per quanta conoscenza ci siamo messi in tasca in tutto questo tempo, restano, invero, moltissimi perchè ancora da svelare. E allora noi che non siamo altro che piccoli puntini nell’universo che crediti abbiamo per sentirci al centro di tutto? La Boquila, dunque, come moltissime altre domande irrisolte, ci insegna che dovremmo tornare più spesso tra i banchi di scuola per non smettere mai di imparare. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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